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Vesuvio

Chi non conosce il Vesuvio? É il vulcano più famoso e più studiato al mondo, per le sue particolari caratteristiche sismiche e perché è quello più citato nella letteratura, da quella più antica, come testimoniano Plinio il Giovane e Tacito, a quella più vicina a noi, raccontata dal grande poeta Giacomo Leopardi. Anche la sua conformazione geologica è, alquanto, rara: tipico esempio di “vulcano a recinto”, con un cono esterno tronco, il Monte Somma (1133 m), entro il quale il cono più piccolo è rappresentato dal Vesuvio (1281 m). 

Mentre l’altezza e il profilo del Somma si mantiene inalterato, il Vesuvio ha subito variazioni, con continui innalzamenti e abbassamenti, a causa delle frequenti eruzioni. Il Vesuvio è un caratteristico Vulcano poligenico, ossia costituito da lave di composizione chimica diversa. Tutte le zone alle pendici del Vesuvio sono formate da terreni trasportati dalle lave di fango, nelle stagioni piovose, attraverso stretti valloni, detti alvei o più comunemente lagni. Gli argini, formati perlopiù da scorie laviche, si rivelano preziosi per la vegetazione, grazie al loro materiale fertile, ricco di silicio e potassio. 

Il Vesuvio ha una storia particolarmente frastagliata e ricca, grazie ai suoi imprevedibili movimenti, ed è stata raccontata, negli anni, dai più grandi scrittori e storici. Nell’Eocene era un’isola circondata dal mare, solo nel Pliocene si saldò alla terra ferma, con un’altezza che raggiungeva i 2300 m. La prima eruzione storica si ebbe il 24 agosto del 79 d.C, di cui c’è il resoconto nelle lettere che Plinio il Giovanescrisse a Tacito

Pompei e Stabia furono sepolte da un manto di lapilli e cenere ed Ercolano fu sommersa da un manto di fango. Da allora seguirono diverse eruzioni, ma, una delle più violente fu quella del 1139, a cui seguì un lungo periodo di stasi in cui il vulcano si coprì di vegetazione sino alla cima. Nel 1631 il Vulcano riprese la sua attività con un’eruzione violentissima che oscurò il cielo fino al porto di Taranto e causò la morte di 3000 persone. Dopo questa data l’attività fu più intensa, con le eruzioni del 1694, 1767, 1794 (che rase al suolo Torre del Greco), 1872 e 1906. L’ultima eruzione è stata quella del 1944, attualmente il Vesuvio è in stato di quiete. Il Vesuvio appartiene alla categoria dei cosiddetti “vulcani grigi” per la tipologia di materiali che emette quando è in attività, gas e ceneri che costringono alla fuga gli abitanti che si trovano fino a cento kilometri dal cratere. Le lave sono meno pericolose, e di solito fuoriescono qualche settimana dopo l’esplosione di gas e lapilli. La sua caratteristica è la formazione di nubi ardenti formate da gas e materiali che non riescono a salire fino al cielo e scorrono lungo i fianchi del vulcano, incenerendo tutto quello che trovano. I materiali più leggeri riescono a salire, ma dopo ricadono in terra sotto forma di pioggia infernale. 

Il Vesuvio, sebbene sia uno dei Vulcani più controllati, con speciali e moderne apparecchiature, desta sempre molta paura perché un’eruzione potrebbe radere al suolo le migliaia di abitazioni costruite alle sue pendici che, in certi casi, raggiungono anche i 700 metri di altezza. Il Vesuvio costituisce una delle maggiori attrattive del territorio campano, sia per la sua storia eruttiva, conosciuta in ogni dove, sia per la sua conformazione geologica e strutturale che rappresenta, ormai, un’icona per il napoletano, apparendo come sfondo dei più bei panorami della costiera. Fin da sopra al cratere, inoltre, guardando verso il mare è possibile scorgere le suggestive vedute della costiera sorrentina, del Golfo di Napoli, di Capri fino a capo MisenoProcida e Ischia

Alla conservazione e tutela del Vesuvio è deputato, dal 1995, il Parco Nazionale del Vesuvio, che con i suoi 8.482 ettari è uno dei più piccoli d’Italia, ma che offre ai turisti dei sorprendenti itinerari. Molteplici sono le mete da visitare, dalle rocce vulcaniche ed i fitti boschi ai centri storici ed antiche città rase al suolo dalle eruzioni. Oltre al Vesuvio, sul cui lato meridionale, a pochi passi dal sentiero percorso dai turisti, è possibile scorgere delle fumarole che emettono gas a circa 80 °C di temperatura (erano 400 °C dopo l'eruzione del 1944) e un'altra più a est che ha conservato una temperatura di 500 °C, è possibile visitare altre mete storiche e naturalistiche. L’ Osservatorio Vesuviano, per esempio, voluto da Ferdinando II di Borbone e inaugurato nel 1800, la cui elegante sede ottocentesca ospita un museo dove si possono osservare lave, "bombe" vulcaniche e una collezione di sismografi del primo novecento. 

L’ampio anfiteatro naturale che è l’Atrio del Cavallo, tra gli 800 e 850 metri di altezza, alla base delle pareti laviche del Monte Somma, che ha preso il nome dai cavalli e gli asini lasciati qui dai turisti che si dirigevano al cratere. La Valle del Gigante, lunga circa 5 km, è un solco vulcanico che include l’Atrio del Cavallo e la Valle dell’Inferno. Ha un fondo prevalentemente di sabbia e tra la vegetazione contiene il lichene, la ginestra dell’Etna, la robinia e la betulla. La Valle dell’inferno, che è una gola molto suggestiva e appartata, che parte dall’estremità della Valle del Gigante. Al termine della strada sterrata che sale da Ottaviano, si può raggiungere a piedi dall'Atrio del Cavallo, dal versante di Ottaviano, da Boscotrecase per la Strada Matrone oppure in discesa dall'orlo del cratere del Vesuvio. E, infine, La Riserva Naturale Tirone-Alto Vesuvio che, istituita nel 1972 su una superficie di 1.005 ettari, è stata per 23 anni l'unica forma di tutela della parte alta del vulcano. Comprende l'Atrio del Cavallo, buona parte delle lave del 1944 e tre quarti del cratere del Vesuvio. Tra i pini messi a dimora per rimboscare il territorio si è diffuso il leccio.

Informazioni utili:
Come raggiungere il Vesuvio:
Distanza Sorrento-Vesuvio: 45 km
In treno: con la linea Sorrento-Napoli della Circumvesuviana, scendere a Torre del Greco o a Ercolano-Scavi.
In auto/moto: Prendendo la SS 145 in direzione Napoli, poi l’autostrada A3 in direzione Napoli uscire a Torre del Greco o a Ercolano.
Numeri utili:
Ente Parco Nazionale del Vesuvio: tel. +39/081/771.09.11
Comando Stazione Forestale di Torre del Greco: tel. +39/081/881.20.97
Osservatorio Vulcanologico Vesuviano, Visite guidate al Museo su appuntamento: tel. 081/583.21.11

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